Chi l’ha detto che i buoni spumanti Metodo Classico sono
prodotti solo a Trento oppure in Franciacorta? Senza dimenticare l’Oltrepò ed
Alta Langa? Ci sono anche realtà di assoluto livello fuori da queste zone. Mi
riferisco a Il Mattaglio della Cantina della Volta di Bomporto in provincia
Modena. La zona è famosa per il Lambrusco e la Cantina invece lo è in quanto ci opera
con proficuo successo quel Christian Bellei da anni uno dei massimi “manici” italiani nel produrre spumanti. Christian ha ereditato la passione per il Metodo
Classico dal padre, Giuseppe. Oltre la passione Christian eredita anche un
bellissimo vigneto ubicato a Riccò di Serramazzoni, in mezzo ai boschi dell’Appennino
a 600m s.l.m. dove il mix di altezza, esposizione e terreno calcareo sono
quelli che il papà Giuseppe ha trovato più somiglianti alla mitica montagna di
Reims patria dei migliori Champagne. Ci pianta chardonnay, pinot nero e l’inconsueto
per noi pinot Manier tutti acquistati in Francia. Oggi questo vigneto è coltivato da
Christian in assoluto equilibrio senza interventi invasivi e con un’attenzione
maniacale che continua anche in cantina. Proprio da questo vigneto nasce “IL
MATTAGLIO” spumante metodo classico Brut dosage zero che degusteremo in questo
scritto. Dopo la vinificazione il mostro fiore viene fatto fermentare in tini
d’acciaio a temperatura controllata. Passato l’inverno viene imbottigliato per
eseguire la rifermentazione in bottiglia secondo le modalità del Metodo
Classico, dopo 6 mesi circa, viene lasciato sui suoi lieviti che lavoreranno per
20 mesi affinché donino maggior complessità complessiva. Per ultimo il dégorgement
o sboccatura, senza più aggiunte extra. In questo modo diventa un Dosage zero,
cioè un natur, un pas dosè, in quanto è rabboccata con solo altro spumante. In
questo modo si ottengono spumanti con più carattere e personalità. Quello che
degusteremo quest’oggi è un S/A cioè senza annata e sboccato a gennaio 2013
La bottiglia è un evoluzione della classica champagnotta, sormontata da
un’etichetta nero e giallo tenue, di stile moderno con i soli nomi della cantina e del vino,
oltre al termine brut ad indicarne la categoria di appartenenza come zuccheri.
Sul collo della bottiglia un bollino blu riporta lo “0” ad indicare che questo
metodo classico è un “dosage zero”. cioè un natur, un pas dosè, in quanto alla
dégorgement o sboccatura non è stato aggiunto nessun liquor de expédition, ma
rabboccata con solo altro spumante di un altra bottiglia sboccata. In questo modo si ottengono spumanti con
più carattere e personalità.
Alla mescita si apprezza il colore giallo paglierino carico,
il perlage è file oltre che particolarmente numeroso e persistente rendendolo
luminoso e soprattutto brillante.
Al naso le prime sensazioni sono quelle del lievito, un
lievito evoluto dal terziario evidente, e crosta di pane,
qualche attimo e si evidenzia un fruttato da frutta secca,
arachidi, nocciole e mandorla la fanno da padrona senza però coprire del tutto
i fiori appassiti che man mano che il calice si scalda sono sempre più
evidenti.
L’ingresso in bocca è prepotente, da subito intenso e
persistente con un’acidità tagliente evidenziata anche dalla particolare
secchezza di zuccheri, ma procediamo con ordine. Sicuramente secco di zuccheri,
giustamente caldo di alcol per la tipologia, molto fresco di acidità che però non
è mai fastidiosa e tutto sommato non lo sbilancia nel complesso di morbidezza.
Ottima la sapidità di tratto minerale, che si apprezza soprattutto nella sua
quasi infinita persistenza, dove si gode anche di un leggero retrogusto di
mandorla tostata ed amareggiante che chiude con schiettezza richiamando il
calice successivo. Corpo e struttura di buona fattezza, muscoloso quanto basta
per aumentarne lo scatto ed il nerbo. In sostanza un ottimo spumante, sottile e tagliente di acidità, scattante e resistente nella sua ottima bevibilità
Consiglio di degustare Il Mattaglio in calici di media
apertura superiore, ma che si ristringono sempre più verso lo stelo, questo per
evidenziare il perlage nella parte bassa del bicchiere e di armonizzare quanto
più i profumi nella parte alta. La temperatura di servizio ideale è di 6-8°,
quindi non eccessivamente fredda.
Vino ideale da aperitivo, soprattutto importante, da bersi
in piedi e quindi a base di tutti quegli invitanti finger food. Se lo bevete a
sedere è perfetto con tutte le famiglie ittiche, io però lo preferisco con i
frutti di mare e con i crudi come tonno, salmone e ricciola, oltre alle
immancabili fritture. Io l’ho abbinato ad un ottimo carpaccio di pesce spada
seguito dal mitico spaghetto risottato alle vongole. Abbinamento tradizionale e
perfetto, l’acidità invadente del vino sposava a meraviglia la pastosità del
pesce spada e ripuliva perfettamente il cavo orale dall’untuosità dello
spaghetto. Il calice del giorno dopo, se ben chiuso, è ancora perfetto e
invitante, in questo caso però non mi ha permesso l’abbinamento… è finito prima
che fosse pronta la cena! Perfetto da consumarsi anche per regalarsi un piccolo
piacere della vita.
L’abbinamento migliore comunque rimane quello di
condividerne un calice con la persona amata, e se avete più di una persona
amata, non condividetelo con tutte quante, ma apritene una bottiglia con ognuna di loro in quanto
è perfetto per essere consumato in una intima cena a due, casomai a lume di
candela, per festeggiare un avvenimento importante, un compleanno od un anniversario qualunque esso sia. Prosit.
Nessun commento:
Posta un commento