Champagne, basta la parola! Noi amanti delle bollicine, al
solo nominare lo champagne abbiamo un sussulto, e io sono uno di questi.
Purtroppo o per fortuna non solo io ho un sussulto, ma anche il mio
portafoglio… i francesi oltre che veramente bravi a fare le bollicine, lo sono
altrettanto nel farseli pagare, almeno in quelli che raggiungono i scaffali
delle nostre enoteche. Con un po’ di attenta ricerca, qualche nozione ecogeografica,
due consigli dagli amici più esperti e una connessione internet, sono riuscito
a scovare uno champagne di un piccolo produttore Bertrand Delouvin, 6 ettari
sulla collina di Marne ad un prezzo molto accettabile.
Siamo a Vandieres, nella valle del fiume Marne, la prima
zona che incontriamo in Champagne partendo da Parigi, patria del più oscuro dei
tre vitigni che compongono lo Champagne cioè il Pinot Manier. Il Manier è un
vitigno a bacca rossa ma polpa bianca, e che da quella nota accattivante di
frutta e impatto rotondo. E’ anche il
più adattabile al terreno argillo calcarico della proprietà di Bertrand. I
Deulovin sono vignaioli in Champagne dal 1500 ma lo commercializzano dal 1949,
da sempre credono nel Pinot Manier tanto da renderlo attore principale dei loro
vini e non cooprotagonista, e difatti su 6 ettari complessivi, il Pinot Manier
ne occupa ben 5, mentre l’ettaro mancante è vitato a Chardonnay. Sia in cantina
che in vigna è Bertrand ad occuparsene in prima persona con sapienza e
maestria. Tutti i suoi vini prevedono il Pinot Manier in purezza, tranne il SELEZIONE
Extra Brut Millesime dove viene aggiunto lo chardonnay.
Lo Champagne che degustiamo quest’oggi è il loro prodotto
base, il Carte d’Or , l’annata non è riportata in etichetta, ma è quella uscita
in commercio nel 2013, ed essendo stato in bottiglia sui lieviti per 2 anni,
deduco che si tratti del 2011, di cui mi sono procurato una buona scorta.
La bottiglia è la classica champagnotta, con etichetta color
oro e scritte nere ad impreziosire il tutto.
Alla mescita il
colore è un giallo paglierino scarico, con riflessi verdolini, mentre
numerosissimo e fine è il perlage che dona una bella brillantatura al calice.
Al naso corrono subito le note di lievito quali crosta di
pane, pane il lievitazione. Evidente, franco e netto, sono anche le sensazioni
di frutta a pasta bianca e leggermente acerba, su tutto la mela stark, pera ma
anche tanta frutta secca e in chiusura il calice si riempie di note da
biancospino e calla. Espressivo nel suo essere iodato e minerale.
In bocca è intenso e persistente, si sente subito la lotta
tra l’acidità della freschezza e la rotondità e pastosità, è probabilmente
derivate dal vitigno. Evidente anche la filosofia di Bertrand indirizzata ad
una non esasperazione e caratterizzazione della vinificazione per non alterare
il concetto di terroir che trasmette questo gradevolissimo champagne. L’attacco
è pieno e succoso di materia, secco e cremoso, con una croccante quanto aggressiva
bolla piena di sapidità. Un residuo
zuccherino, non dichiarato in quantità, lo rende abbastanza morbido e smussa l’acidità
lampante sormontata dalle numerose bollicine. Corpo e struttura adeguati alla
tipologia, in questa fase pur essendo chiaramente uno champagne fine ed
elegante, quasi piacione, paga un po’ la gioventù essendo leggermente
sbilanciato sulle sostanze dure, quali acidità e freschezza.
Consiglio di berlo a 8°-10° e in calici che partono stretti
sullo stelo per poi aprirsi a tulipano ristringendosi sull’orlo.
Io l’ho abbinato ad un filetto di salmone al forno su
specchio di vellutata ai porri e caponatina invernale, abbinamento che gioca
sulla grassezza del salmone e quella intrinseca del porro. Sensazioni ripulite
egregiamente dalla bollicina di questo champagne.
Voi? Gioco facile con l’abbinamento, con le ostriche non
sbagliate mai, con crostacei, sushi e sashimi nemmeno. Cruditè di pesce, cappe
sante, carpacci vari altri errori evitati. Facile l’abbinamento con tartare di
pesce anche marinata, interessante e da provare la battuta di carne come quella
di Fassona. Regge bene anche primi piatti di verdure, risotti asciutti od all’onda.
Non mi sbilancio sul calice del giorno dopo, questa
bottiglia è stata finita in un lampo, in men che non si dica ad evidenziare l’alta
bevibilità e quindi non ne è rimasto per il test del giorno dopo.
Non sbaglierete
nemmeno a condividere un calice o tutta la bottiglia con la persona amata
questo è rimane l’abbinamento perfetto.
Champagne perfetto anche per una cena intima e romantica a due sia che sia per
conquistare che per festeggiare una ricorrenza. Perfetto anche per regalarsi un
piccolo piacere della vita. Mi ero ripromesso di non parlare di prezzi in
questo blog, ma… ma… questo Carte d'Or champagne di Delouvin Novack in azienda si trova
intorno ai 14 €, si avete letto bene 14€!!!
Maestro Enogastronomo Sommelier Paride Cocchi
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